Pietro Vannucci, detto il Perugino, è uno degli artisti più studiati al mondo. Non poteva essere altrimenti, i suoi colori e la loro liricità, i suoi volti eterei e veri, la sua luce genuina sono stati fattori che hanno segnato in modo indelebile la Storia dell’Arte italiana e mondiale. Non possiamo non parlarne, soprattutto noi umbri. Perugino ha esaltato la nostra, e la sua, terra in ogni singolo quadro: i puri scorci collinari, le prospettive aere sul verde splendente…sono il risultato di un raffinato e profondo legame tra il pittore e la natura che lo ha circondato sin dalla nascita.
L’inverno scorso, la cooperativa Sistema Museo con cui lavoro, ha instaurato una collaborazione progettuale con le scuole del territorio al fine di avvicinare i bambini e i ragazzi alla personalità di Perugino e alle sue opere. Il progetto si chiamava “500% Perugino Learning” organizzato in occasione dei cinquecento anni dalla morte dell’artista.
Io ho ricevuto l’incarico di operare in alcune classi di Perugia e del Circolo Didattico di Magione. Avevo già avuto modo di relazionarmi con i bambini e i ragazzi all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria cercando di suscitare curiosità e meraviglia accompagnandoli alla scoperta delle opere esposte. Diversa era la dimensione dell’aula scolastica che poneva nuove domande nella mia mente. La risposta ad esse avrebbe reso proficuo e indimenticabile il mio intervento.
Superare la porta di quelle stanze non come studentessa ma come “esperta” mi fece battere forte il cuore. Emozionata, fremente di nostalgia, felice… L’impatto per me fu forte: anni prima, c’ero io dietro quei banchi ad ascoltare le insegnati o gli esperti, a stupirmi piacevolmente delle loro parole. Stare dall’altra parte, è veramente difficile: ci vuole passione, energia, grinta e tanto amore per la conoscenza e la sua diffusione. Pensai “ È un’ora tutta per questi bambini…e per me. Devo godermela, farli stupire. Io so cosa si prova stando dietro quei piccoli banchi”.
I bambini che incontrai, furono una gioia. Sprigionavano curiosità da tutti i pori, erano affascinati, felici e vogliosi di comprendere appieno quello che stavo dicendo. Provai felicità a rispondere alle loro domande estremamente precise ed intelligenti. Io non ero più “l’esperta”, ma ero semplicemente Sofia: parlavo con loro e con le insegnanti in modo sereno ed appassionato. Quando vedevo le mani alzarsi sentivo il cuore battere forte perché so cosa vuol dire quella mano che punta al soffitto: volontà di andare a fondo, di comprendere maggiormente cosa è stato detto ma anche sentire l’urgenza di esprimere il proprio pensiero.
In quelle classi, ho trovato dei bambini meravigliosi e meravigliati. Vederli provare quella curiosità, quella volontà di andare oltre ciò che è stato sempre detto e scritto nei libri di Storia dell’Arte già alla loro età, mi ha dato speranza. Ognuno di loro, ogni bambino in generale, è una luce viva che va coltivata ed incentivata a splendere sempre di più.
Quegli alunni, mi hanno piacevolmente illuminato la mente e il cuore. Ho avuto la possibilità di rivivere pienamente quelle emozioni che provavo entrando per quella stessa porta quando avevo la loro età. Uscita dalla scuola, ero leggera, sentivo di aver imparato qualcosa da quei bambini ovvero non smettere di stupirsi.
L’esperienza si è conclusa con la visita alla mostra dedicata a Perugino allestita all’interno Galleria Nazionale dell’Umbria. Ero quasi commossa: quelle luci brillavano ancora più forte, vibravano davanti alle varie opere. Percepivano l’impegno e la fatica provata da ogni artista nel cercare la miglior tonalità di colore, la giusta luminosità, la perfetta coralità della composizione. Mi sono divertita ed emozionata con loro. Ogni parola espressa dai bambini e dalle insegnanti ha rafforzato in me la volontà di studiare, di andare sempre a fondo nella storia delle opere e degli artisti.
Concludo dicendo un grazie ai bambini e alle insegnanti che ogni giorno, con passione e amore incoraggiano ogni studente a brillare.
Continuate ad illuminare il mondo.