Cosa significa mettere il cuore oltre l’ostacolo? Cosa significa fare i conti con la disabilità e scegliere ogni giorno di cercare di superare le barriere fisiche, psicologiche, culturali?
Lo hanno sperimentato in prima persona gli alunni delle classi quinte del Circolo didattico di Magione che durante l’anno scolastico 2023/2024 hanno abbracciato, e sono stati a loro volta abbracciati, dal progetto “Emozionabile per le scuole”, che vede come organizzatore capofila l’associazione no-profit Emozionabile E.T.S., presieduta da Lucia e Paolo Maria Vissani.
Protagonisti sono stati gli alunni delle classi coinvolte e un testimonial d’eccezione, Simone Salvagnin, un alpinista, viaggiatore, esploratore, musicista, atleta, come lui stesso si definisce.
L’incontro con gli alunni è avvenuto in una conferenza di apertura dove Simone si presenta e racconta la sua storia. Sullo schermo si susseguono le immagini delle sue imprese che lo vedono scalare vette, guidare bici in tandem, esplorare alture. Un atleta insomma, ma con una disabilità visiva importante che non gli ha impedito di diventare, come lui stesso afferma, “esploratore di se stesso”.
Ha 13 anni quando gli viene diagnosticata una malattia degenerativa, la retinite pigmentosa, che a 26 lo porta ad una condizione di quasi totale cecità. Ma Simone non si arrende, non rinuncia alle sue passioni, le insegue con forza e tenacia, acquisendo abilità che lo portano a superare barriere psicologiche e fisiche. Entra a far parte della Nazionale paralimpica di paraclimbing, nel 2011 vince la medaglia d’oro e successivamente altri importanti titoli. Oggi è attivo in molti progetti in cui racconta il suo vissuto con uno “sguardo oltre”, in cui parla a bambini e ragazzi di disabilità per sensibilizzare al superamento di barriere culturali, fornire spunti di riflessione sui concetti di diversità, inclusione, accoglienza, e più in generale trasmettere il messaggio che ognuno può realizzare se stesso con volontà e tenacia, nonostante le difficoltà che nella vita si possono incontrare.
I bambini sono stupiti, qualcuno gli chiede come faccia a compiere tali imprese senza vedere.
Allora ecco l’invito a mettersi nei sui panni, a sperimentare in un laboratorio la sua condizione. Gli alunni lavorano prima sulla propriocettività motoria, sulla respirazione, sul sentire se stessi attraverso quelle azioni alle quali spesso non si presta abbastanza attenzione. Poi svolgono un percorso in coppia: a turno chiudono gli occhi, simulando la cecità, e si affidano ad un compagno che li guida, un compagno che deve saper ascoltare, al quale con fiducia ci si deve affidare.
Sono tanti gli spunti di riflessione forniti, che si concretizzano in domande, in racconti delle emozioni vissute in prima persona. “Siamo entrati nel mondo di Simone”, “l’aiuto del mio compagno è stato importante”, “all’inizio non sapevo dove andare, poi sono partito” … e anche a noi sembra di aver fatto un passo in più per far partire processi rivoluzionari che possono avere una ricaduta nella nostra comunità.
SIMONE SALVAGNIN
Nato a Schio il 1 Settembre 1984, Simone è affetto da una malattia degenerativa della retina (retinite pigmentosa) che negli ultimi anni l’ha portato progressivamente alla quasi totale cecità. Ha studiato fisioterapia, massaggio, musica e musicoterapia ed è uno sportivo a tutto tondo. Pratica arrampicata, sci alpino e competizioni tandem mountain bike, nuoto, corsa ed alpinismo. Fa parte del Team degli Atleti della Nazionale italiana di arrampicata sportiva (categoria paraclimbing non vedente B2) ed ha conseguito la medaglia d’oro e di bronzo al mondiale di arrampicata sportiva di Arco 2011, la medaglia di bronzo al mondiale di Parigi 2012 e la medaglia di bronzo al mondiale di Parigi 2016. Inoltre, è stato protagonista e promotore di diverse spedizioni in giro per il mondo. ha compiuto un viaggio in tandem in totale autonomia dall’Italia all’Uzbekistan mentre in Patagonia ha alternato la pedalata all’alpinismo d’alta quota.