Perugia 1475– A Perugia molte persone vengono colpite da febbre alta, mal di testa, dolori muscolari e articolari, nausea, vomito, sete, diarrea, brividi e sulla cute si manifestano dei bubboni. Questa strana malattia la chiamano peste nera o peste bubbonica e spesso non lascia scampo. Le autorità decidono la chiusura delle botteghe e di ogni altro luogo d’incontro, le direttive sono quelle di restare chiusi in casa. L’igiene è prioritaria: lavarsi il viso, le mani e la bocca con vino mescolato ad aceto, scorza di cedro e di limone. Le abitazioni devono essere pulite e bisogna sanificare l’aria bruciando legni odoriferi e spargendo acque profumate. Si consiglia di bere mosti e di fare pasti leggeri e di mangiare il coriandolo prima e dopo i pasti. Si raccomanda l’uso delle insalate con erbe contro il veleno come issopo, marrobbio, erbella, capperi, cicoria e cipolla. Si suggerisce di portare sopra i vestiti rose, viole e giacinti. E’ una vera e propria emergenza sanitaria! I dottori fanno di tutto per assistere i malati e per non lasciarli morire. Devono però proteggersi, quindi, indossano un cappotto ricoperto di cera profumata, una camicia ben infilata dentro un paio di pantaloni scuri. I pantaloni sono ben attaccati a degli stivali. Indossano anche guanti e un cappello. Per evitare la maggiore responsabile dell’infezione, l’aria cattiva, sopra la testa indossano una maschera e un cappuccio di pelle fissati al collo. Dal cappuccio sporge un becco ricurvo a forma di uccello che viene riempito da una miscela di cinquantacinque erbe , tra cui, cannella, mirra polvere di carne di vipera e miele. Hanno anche dei bastoni di legno, con cui visitano i pazienti infetti. Fa paura la peste a Perugia; le autorità stanno organizzando al massimo i servizi per ridurre il rischio di contagio e per evitare la morte di ulteriori persone.