Perugino: LE ORIGINI

“Influencer senza tempo”

“Influencer senza tempo!” Ormai è normalità per un influencer dettare mode, costumi e perché no, anche melodie! Come poteva l’eccellente pittore Perugino, insieme a compagni d’arte di tutti i tempi,  non donare al pubblico opere famose, senza che qualcuno, curioso e divertito nello stesso tempo, le musicasse? Ecco allora che immagini celebri sono accompagnate da jingle destinati a diventare il tormentone per la vicina estate. A raccogliere la sfida sono stati le bambine e i bambini delle scuole dell’infanzia di Sant’Arcangelo, Agello e San Feliciano, che, dopo aver attentamente osservato i paesaggi rappresentati da illustri pittori nelle sale più prestigiose di Magione e di Perugia, rispettivamente quella Consiliare del Comune e la Galleria Nazionale, hanno non solo riconosciuto luoghi a loro vicini, il lago, il bosco, la collina,…ma li hanno raccontati con melodie da loro scritte e interpretate. Tra le hit di quest’estate non perdetevi “Ma chi è…il Perugino”, liberamente ispirata all’“Adorazione dei magi” del “Meglio Maestro d’Italia” dove dietro a tamburelli e triangoli le voci bianche dei bambini vi accompagneranno a ricercare nell’opera gli ambienti da loro cantati. https://youtu.be/xEpJO2H4beQ?si=h2EgHOfBupecRmc3

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“Tremate, tremate,… le streghe son tornate!”

In difesa delle streghe Ovunque, da anni ormai si sente parlare di  “caccia alle streghe”. Vengono  messe al bando donne già con i nomi con cui vengono apostrofate: fattucchiere, maliarde, incantatrici, e rispetto all’età (avanzata) megere e befane. Ce le immaginiamo con lunghi e scarmigliati capelli rossi, un neo vistoso sul viso pallido, in compagnia di un gatto nero, che solo a vederlo attraversare, vien voglia di cambiare strada. Queste donne, per lo più anziane e sole, sono veramente cattive? Fanno del male? Gli autori dell’articolo vogliono sottolineare in questa sede, solo ciò che di inconfutabile si conosce di loro. Eh sì, perché tra chi dice di vederle volare a cavallo di una scopa e chi invece galleggiare nelle acque alte di un fiume o di un lago, con mani e piedi legati, si corre il rischio di bruciare innocenti colpevoli solo di apparire diverse per quello che sanno.  Di loro si sa che conoscono bene le piante officinali e preparano misture e unguenti per curare qualsiasi genere di malattia. Rimedio per i malati delle campagne che non possono permettersi di accedere alla medicina ufficiale. C’è da domandarsi se ciò che non conosciamo provochi tanta di quella paura da far allontanare quei pochi che percorrono prima degli altri piccoli o grandi passi avanti. Che paura avete, mica andranno sulla Luna!? Che ne sarebbe poi delle fiabe senza la magia, vera o presunta, delle streghe? Scendono in campo i nuovi “Apprendisti Stregoni” Tra  alambicchi, mortai  e distillatori gli apprendisti di “Strega” Barbara preparano impiastri e unguenti dai magici poteri. Rigorosamente vestiti con camici bianchi, attenti alla goccia alle indicazioni della Maestra strega  di Laboratorio Barbara, i nuovi “apprendisti stregoni” hanno realizzato, nella bottega di Aboca, unguenti e impiastri capaci di preservare e curare la pelle. “I principi attivi usati -spiega Barbara- del tutto naturali, sono emulsionanti e idratanti e hanno un’azione antinfiammatoria” Le più attente sono da subito sembrate le maestre, attratte dall’idea di poter  ridurre qualche “zampa di gallina”. Un pizzico di estratto di aloe, qualche gocciolina di essenza profumata, ognuno con il suo pentolino ha realizzato un rimedio efficace quanto utile: un burro di cacao all’essenza di limone e una crema idratante da corpo al gusto di lavanda. Un dono speciale da riportare a casa, perché realizzato con le proprie mani.

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“Musica Maestro!”

 Entrare in un quadro si può? Nell’epoca in cui sono di moda la mostre immersive nelle opere di grandi pittori, la redazione dei “più piccoli tra i piccoli”, ha osato qualcosa di nuovo: entrare dentro le atmosfere raccontate dal pennello del Perugino non solo con gli occhi, ma anche con le orecchie! Il suggerimento a una tale originale impresa viene proprio dal Meglio Maestro, che per i più attenti e curiosi ha celato nei suoi quadri tracce capaci di condurre a singolari  percorsi. Musici, strumenti e danzatori sono lì da secoli  a indicarci la via! (nota dei redattori)   Firenze, quasi 1500 – Ci sembra quasi di sentire la voce di Lorenzo de’Medici, il Magnifico,  dare il via all’attesissimo concerto tenutosi presso la  sua corte, dove monne e messeri tirati a lustro e imbellettati, ma anche artisti e uomini di scienza da lui protetti, fremono per sentire le note assemblate alla perfezione dai musici e cantori della nuova compagnia, La Compagnia dei Piccoli Menestrelli, che inizia così la sua tourneé, destinata a toccare le più illustri corti del vecchio continente e allietare re, principi e signori.   L’uomo colto di oggi non solo apprezza le note musicali, ma le studia e soprattutto si lascia trasportare da frottole , canzonette e villotte.  I giochi di specchi che mettono in scena strumentisti e cantori contrapposti, completano la loro spettacolarità grazie a ritmate  ballate: ecco , infatti , apparire danzatori che ancor di più traducono gioia e tristezza, paura e spensieratezza e tutto si conclude in una festa danzante. Ghironda, viella, flauti, flauto doppio, tamburo e cornamusa, corno di mucca, costruiti e suonati da Maestri d’eccezione, Giovanni Brugnami, Alessandra Tiroli e Gregorio Trombetta, insieme alla  voce  di Alessandra, hanno però un qualcosa in più, qualcosa di speciale: sono accompagnati dal battito divertito, quanto attento a non sbagliare, delle mani di  musici speciali: le bambine e i bambini di cinque anni delle scuole dell’infanzia di Casenuove e Caserino, che esprimono la loro voglia di far parte della musica, di aggiungere il suono da loro prodotto a quello degli strumenti, perché la musica davvero sa unire, fondere alla perfezione  suoni diversi tra loro, fino a formare una sola voce, che si  libera leggera nell’aria e diviene  dono per tutti  .    Sfidiamo, allora, chi tra lor Signori parteciperà ad uno dei concerti in cartellone a non alzarsi anche lui e iniziare a danzare all’incalzare delle note convincenti e irresistibili.      Allora: “Musica Maestro!”  

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Cartoline dai borghi più belli di Perugia

DOPO RIBELLIONI, CONFLITTI E GUERRE NEL PICCOLO FAZZOLETTO UMBRO PARE CHE CI SIA VOGLIA DI RINASCITA E CAMBIAMENTO … I MAGGIORI ARTISTI, TRA CUI IL FAMIGERATO PIERO DI CRISTOFORO VANNUCCI, NOTO COME IL DIVIN PITTORE, IL PERUGINO, INVITANO I POPOLANI A POPOLARE I BORGHI VIVI E RICCHI DI CULTURA, TRAMITE RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE E PITTORESCHE, CHIAMATE POI IN SEGUITO CARTOLINE. Dalla nostra Signora Perugia che sorge fiera tra le colline fino al lago si intravedono paesaggi e piccoli paesini tra cui il comprensorio del Trasimeno che è costellato di piccoli centri arroccati e muniti di alte mura per questioni difensive, di fortificazioni e rocche che culminano con grandi torri di avvistamento dalle quali si può godere di panorami mozzafiato sul lago. Si possono percorrere sentieri suggestivi tra boschi, santuari, castelli e borghi nelle colline meridionali del lago Trasimeno. Se hai voglia di una passeggiata all’aria aperta, visita le due isole principali del “mare dell’Umbria”: la Polvese e la Maggiore piene di fauna e flora. Situato nell’area nord-ovest dell’Umbria vi è “La Magione o Pian di Carpine”: è un piccolo borgo dominato dal maestoso castello dei Cavalieri di Malta dove si ammirano magnifici tramonti dalla sponda orientale del Trasimeno.  Nel borgo è possibile ammirare anche la Torre dei Lambardi, un fortilizio dei Cavalieri Gerosolimitani come sistema difensivo contro attacchi dei nemici. Da non perdere la Chiesa della Madonna delle Grazie dove fermarsi a pregare davanti alla “Vergine in trono con il Bambino”.  Un altro tesoro del Trasimeno è “S. Fliziano”, un piccolo villaggio di pescatori dove si possono ammirare splendidi tramonti e altri borghi tutti da scoprire. Non mancano inoltre locande e taverne dove poter far riposare le proprie membra e gustare del buon cibo: dall’ottima bevanda al succo d’uva al pane cotto sotto la cenere e l’arvoltolo.  Venite numerosi a far risorgere questo piccolo fazzoletto di terra tra cultura e gastronomia.                                 https://youtu.be/mbmhtUBLZTg?si=3rhMMzTz9ZyK2Y9G

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Un’invenzione rivoluzionaria: la stampa a caratteri mobili

Magonza, 1455. Una nuova invenzione illuminerà la nostra epoca. Se fino ad oggi per la realizzazione di libri servivano copisti che, pazientemente e a mano, davano vita ad oggetti preziosi e rari, le cose stanno per cambiare! Johann Gutenberg, un orafo tedesco specializzato nella realizzazione di monete con figure e stemmi a rilievo, è il geniale inventore della stampa a caratteri mobili. Si è avvalso dell’esperienza e della tecnica usata per le sue monete, per ottenere un nuovo modo di stampare libri. Gli esperimenti di stampa precedenti erano risultati molto complessi e deludenti: presupponevano una matrice di legno sulla quale era impressa l’intera pagina. Il risultato finale era scadente e i tempi di lavorazione troppo lunghi. Gutenberg ha intuito la possibilità di costruire tasselli metallici con un carattere a rilievo da combinare e riutilizzare. Per mettere a punto questa innovativa modalità di stampa ci sono voluti ben dieci anni di tentativi. Il 1455 è l’anno in cui è venuto alla luce il primo libro stampato con la nuova tecnica: la Bibbia. Gutenberg ha pubblicato ben centottanta copie dell’opera, ciascuna di milleduecentottantadue pagine. In ogni pagina il testo è disposto su due colonne di quarantadue righe ognuna. Il carattere utilizzato è il gotico. L’inchiostro ad olio che ha sostituito quello ad acqua, garantisce una maggiore durata. L’invenzione consiste nell’allineare i singoli caratteri con incise le lettere in negativo, in un blocco a corsie, per formare le righe della pagina, da inchiostrare e  pressare su un foglio. La pressa inventata da Gutenberg si ispira a quelle a vite usate per la produzione del vino e permette di applicare uniformemente l’inchiostro sulla pagina senza sbavature. Dopo la stampa di una o più copie i caratteri possono essere recuperati e poi riutilizzati combinandoli in modo diverso. Per la prima volta è possibile riprodurre libri in modo veramente veloce ed economico. Si può pertanto presupporre una minor esigenza di copisti e la nascita di una nuova figura professionale: lo stampatore. Da adesso in poi il libro potrà diventare uno strumento sempre più accessibile e ciò consentirà una maggior circolazione della cultura e delle idee. Ricostruzione di una pressa del XVI sec. simile a quella di Gutenberg. https://youtu.be/oxs-3scG-20 Johann Gutenberg Chi era? Note biografiche Non si conosce esattamente la data di nascita di Johann Gutenberg; sappiamo però che vide la luce nel decennio tra il 1390 e il 1400 a Magonza, in Germania. Veniva da una famiglia nobile, ma ben poco si sa della sua vita negli anni precedenti la grande invenzione se non che si trasferì a Strasburgo attorno a 1430 a causa degli scontri tra fazioni cittadine. Di professione era orafo. Tornato a Magonza, tra il 1436 e il 1440, cominciò a mettere a punto il meccanismo della stampa a caratteri mobili. Come ogni inventore, però, Gutenberg aveva bisogno di finanziamenti per sviluppare la sua invenzione, perciò si alleò con alcuni uomini d’affari dell’epoca, ricchi commercianti che gli prestarono il denaro necessario. In questo modo poté mettere in piedi la sua stamperia. Tra il 1454 e il 1455 Gutenberg pubblicò così una versione della Bibbia, in latino, che ebbe una grande diffusione.  La stamperia di Gutenberg rimase attiva a Magonza fino al 1465 circa. L’inventore della stampa morì in povertà, a causa dei dissapori con i suoi finanziatori, nel 1468.

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Dimmi cosa mangi… e ti dirò chi sei!

Ormai è chiaro a tutti, Signori o servitori: nessuno ha più alcun dubbio! E’ a  tavola che si mostra agli altri quanto si vale, o meglio, di quanto si dispone. Dal cibo che viene offerto ai commensali  è facile capire a quale lignaggio appartenga una casata. Non per nulla, durante  i banchetti si sfoggiano pietanze, ricette e anche ingredienti che non solo fanno conoscere gusti esotici ricercati e nuovi, ma che   nascondono un  segreto:  il potere del padrone del Palazzo. E must have, ultima tendenza dei banchetti, dagli Sforza ai Medici, dai Gonzaga agli Este, fino anche ai Pontefici, è avere un “consulente gastronomico delle feste” capace di portare già con il solo suo  nome, stupore, meraviglia e, perché no,  un pizzico di invidia.  L’accoglienza diventa un’arte vera e propria. Pittori e uomini d’arte dettano una nuova moda basata sull’ordine e la geometria e sull’uso di raffinate ceramiche, di lavorati vetri, di preziose “posaterie” e lucerne.  Le pietanze, che richiedono elaborate preparazioni, fortemente speziate e spesso dolcificate,  vengono presentate rispettando i criteri della raffinatezza e dell’eleganza: con il cibo sono a fianco di “chef” negli eventi mondani più esclusivi . Ed è  proprio  su questa linea, secondo cui l’apparire diventa un’arma politica per manifestare potere e reclamare onore, che,   per ricevere il nuovo dominatore Carlo VIII di Valois e il suo esercito, Pietro de’Medici conferisce il  prestigioso incarico a Pietro Vannucci. Il maestro non delude. Realizza nella sua bottega, grazie anche agli allievi,  decori trionfali , ornati di foglie e fiori, li fa disporre per tutta la città. Si deve stupire  e far di Firenze una città che,  superba, si mostra magnifica anche quando  abbassa il capo davanti al nuovo re.

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Profumi ed essenze.

PROFUMI ED ESSENZEAcque odorose, oli, fragranze per profumare il corpo, le vesti, le case si diffondono ovunque. Il profumo la fa da padrone su sporcizia e cattivi odori. Lo stello Leonardo Da Vinci, nel suo laboratorio, ricava essenze da fiori e piante oltre ad intrecciare una corrispondenza con le dame per condividere segreti di bellezza.Anche Caterina De’ Medici, alla corte di Francia, divulga tra la nobiltà il profumo, quale elemento utile per favorire i rapporti personali, per donare prestigio a chi lo indossa e per contribuire all’ascesa nella scala sociale.È la fragranza quindi a spalancare le porte del successo e non solo.Caterina De’ Medici afferma di resistere all’odore fetido della città di Marsiglia, in cui vive, indossando il suo Pomander, una sfera contenente oli ed essenze naturali.Nel seguente video, la dama illustra l’importanza del profumo https://youtu.be/l5pejA8nzws

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Conclave e Convivio: il ritorno delle Pulci

Per i corridoi della “dimora terrena” dei successori di San Pietro non è raro venire rapiti, oltre che dalle voci angeliche, che intonano lodi al Santissimo, anche da profumi caldi e avvolgenti, che fanno venire l’acquolina in bocca a tutti,  pure agli atei. Anche i Papi amano la buona cucina? Chi sono i loro chef? E’ vero che al cambio di ogni successore di Pietro, cambiano anche i menù del Vaticano? Quanto la buona cucina influenza, o ritarda  le decisioni politiche della Santa Sede durante il Conclave ? Le Pulci cercano una risposta a questi interrogativi e, passando dalle cucine vaticane, si soffermano sulla storia di Bartolomeo Scappi, abilissimo cuoco che allietò le giornate, o meglio le tavolate,  dei Porporati per ben 71 lunghissimi  giorni, prima che eleggessero Paolo III. https://youtu.be/GZRGsvJqWqs

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