Attualità

Un’invenzione rivoluzionaria: la stampa a caratteri mobili

Magonza, 1455. Una nuova invenzione illuminerà la nostra epoca. Se fino ad oggi per la realizzazione di libri servivano copisti che, pazientemente e a mano, davano vita ad oggetti preziosi e rari, le cose stanno per cambiare! Johann Gutenberg, un orafo tedesco specializzato nella realizzazione di monete con figure e stemmi a rilievo, è il geniale inventore della stampa a caratteri mobili. Si è avvalso dell’esperienza e della tecnica usata per le sue monete, per ottenere un nuovo modo di stampare libri. Gli esperimenti di stampa precedenti erano risultati molto complessi e deludenti: presupponevano una matrice di legno sulla quale era impressa l’intera pagina. Il risultato finale era scadente e i tempi di lavorazione troppo lunghi. Gutenberg ha intuito la possibilità di costruire tasselli metallici con un carattere a rilievo da combinare e riutilizzare. Per mettere a punto questa innovativa modalità di stampa ci sono voluti ben dieci anni di tentativi. Il 1455 è l’anno in cui è venuto alla luce il primo libro stampato con la nuova tecnica: la Bibbia. Gutenberg ha pubblicato ben centottanta copie dell’opera, ciascuna di milleduecentottantadue pagine. In ogni pagina il testo è disposto su due colonne di quarantadue righe ognuna. Il carattere utilizzato è il gotico. L’inchiostro ad olio che ha sostituito quello ad acqua, garantisce una maggiore durata. L’invenzione consiste nell’allineare i singoli caratteri con incise le lettere in negativo, in un blocco a corsie, per formare le righe della pagina, da inchiostrare e  pressare su un foglio. La pressa inventata da Gutenberg si ispira a quelle a vite usate per la produzione del vino e permette di applicare uniformemente l’inchiostro sulla pagina senza sbavature. Dopo la stampa di una o più copie i caratteri possono essere recuperati e poi riutilizzati combinandoli in modo diverso. Per la prima volta è possibile riprodurre libri in modo veramente veloce ed economico. Si può pertanto presupporre una minor esigenza di copisti e la nascita di una nuova figura professionale: lo stampatore. Da adesso in poi il libro potrà diventare uno strumento sempre più accessibile e ciò consentirà una maggior circolazione della cultura e delle idee. Ricostruzione di una pressa del XVI sec. simile a quella di Gutenberg. https://youtu.be/oxs-3scG-20 Johann Gutenberg Chi era? Note biografiche Non si conosce esattamente la data di nascita di Johann Gutenberg; sappiamo però che vide la luce nel decennio tra il 1390 e il 1400 a Magonza, in Germania. Veniva da una famiglia nobile, ma ben poco si sa della sua vita negli anni precedenti la grande invenzione se non che si trasferì a Strasburgo attorno a 1430 a causa degli scontri tra fazioni cittadine. Di professione era orafo. Tornato a Magonza, tra il 1436 e il 1440, cominciò a mettere a punto il meccanismo della stampa a caratteri mobili. Come ogni inventore, però, Gutenberg aveva bisogno di finanziamenti per sviluppare la sua invenzione, perciò si alleò con alcuni uomini d’affari dell’epoca, ricchi commercianti che gli prestarono il denaro necessario. In questo modo poté mettere in piedi la sua stamperia. Tra il 1454 e il 1455 Gutenberg pubblicò così una versione della Bibbia, in latino, che ebbe una grande diffusione.  La stamperia di Gutenberg rimase attiva a Magonza fino al 1465 circa. L’inventore della stampa morì in povertà, a causa dei dissapori con i suoi finanziatori, nel 1468.

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Un martedì grasso speciale: il carnevale alla corte degli Este.

Ferrara quasi 1500- La festa del Carnevale nel Ducato di Ferrara  è un tripudio di colori, danze, musica, cortei che per numerosi giorni ricorda a tutti gli abitanti la grandiosità dei loro Signori. Sono loro alla testa del corteo che da Palazzo Ducale si snoda per tutte le principali vie della cittadina. Vestiti  con ricchi abiti in broccato, velluto e seta, e con maschere sobrie che celano il volto, sfilano seguiti da tutti i Signori della corte:  da Ercole I d’Este e la consorte Eleonora d’Aragona, alla primogenita Isabella fino  a tutta la nobiltà, acclamati dal loro popolo in festa.  Infatti il carnevale prende il nome dalla prestigiosa famiglia degli Este, che regna su Ferrara. Tutti i grandi Palazzi ospitano spettacoli musicali, teatrali e nei cortili si svolgono impressionanti giochi di fuoco. Lungo le strade principali si rievocano scherzose battaglie di coriandoli e spettacoli di cucina. E’ consigliato gustare il famoso Pasticcio di Maccheroni alla Ferrarese, il cui profumo guida fino a  tavole straordinariamente imbandite. Si tratta di  un piatto ricco costituito da un involucro esterno di pasta frolla riempito di maccheroni pasticciati con besciamella, ragù, tartufi, ed anche funghi ed animelle. Il tutto cotto al forno su di uno speciale piatto in rame stagnato. I piccoli, invece, dopo corse sfrenate, si fermano solo  il tempo della fila per ricevere i “mattoni di zucchero”. Tra le gare, è la stessa duchessina Isabella  a presiedere  il “Palio”, una corsa emozionante di barche lungo il  fiume Po. Il Carnevale Estense è un’esperienza imperdibile per immergersi nella cultura di Ferrara e godersi una festa all’insegna della spensieratezza, perché in fondo come canta Lorenzo il Magnifico, durante gli altrettanto grandi carnevali nella sua Firenze: “Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia del doman non c’è certezza!”

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Brutale agguato incrimina Pietro Vannucci

Firenze, luglio 1487. Si è celebrato il 10 luglio il processo davanti alla magistratura fiorentina, gli Otto uomini di Guardia e di Balìa, per far luce su un fatto criminale che vede coinvolto il “Divin Pittore”. IL FATTO – Pietro Vannucci, iscritto alla compagnia di San Luca, nel dicembre 1486 aveva appena fatto ritorno a Firenze, città che lo ha visto apprendista nella bottega del Verrocchio. A seguito di uno scontro con un suo conterraneo, suo nemico e rivale, decide di tendergli un tranello coinvolgendo un complice. IL COMPLICE – Aulista D’Angelo, perugino anch’esso e pittore di scarso valore, è in grado di dare man forte all’impresa punitiva. Ne è testimonianza la sua fedina penale che parla di furti, ferimenti e persino omicidi. L’AGGUATO – Una notte, i due, resi irriconoscibili da un travestimento, si appostano in attesa della vittima designata. Sono al corrente che percorrerà una stradina del quartiere di San Pietro Maggiore. Il malcapitato, non riesce a reagire, e viene raggiunto da una scarica di bastonate che lo lasciano a terra tramortito. IL MOVENTE – Non è chiara la motivazione che abbia spinto al brutale agguato. Sembra che tutto sia nato a causa dei begli occhi di una donna contesa tra il pittore e la vittima. A GIUDIZIO – Non passa molto tempo che Mastro Pietro e il D’Angelo vengono scoperti, imprigionati e giudicati. Il Perugino confessa per filo e per segno e aggrava la posizione del complice. Viene riconosciuto colpevole senza però l’aggravante dell’intenzione di uccidere. Dovrà risarcire la vittima pagando una multa di venti fiorini d’oro (dimezzati se il pagamento sarà immediato). Il D’Angelo, ritenuto intenzionato a voler uccidere la vittima, subisce la condanna alla tortura di “quattro tratti di fune” e alla prigionia nel carcere “Stincarum civitatis Florentiae” fino alla restituzione delle cose rubate. Oltre alla pena del confino, dovrà promettere, sotto giuramento, che non farà del male al suo ex complice. “Il meglio maestro d’Italia” in tal modo, ha finito per essere anche personaggio da romanzo criminale.        

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Intervista al Perugino: racconto della giornata di un pittore

In una straordinaria avventura vissuta dalla classe V A, si sono rivelatele vicende di un pittore del Cinquecento, giungendo fino ai nostri giorni con notizie inattese. I fanciulli, come per incanto, furon trasportati in un vortice temporale che li condusse al cospetto del Divino Pittore, noto anche come Perugino. In uno scenario senza pari, ebbero l’incredibile opportunità di confrontarsi direttamente con il celebre artista. Ciò che ne derivò fu un’intervista memorabile, in grado di svelare i dettagli della vita di un genio dell’arte di quell’epoca lontana.

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Arte o Scienza? Le Pulci cercano una risposta al dilemma

Perugia 18 ottobre 1462 – Con una lettera formale l’ultimo imperatore di Costantinopoli, Tommaso Paleològo, scampato alla morte, a causa dell’assalto dei Turchi, annuncia ai Grandi e Potentissimi Signori Priori di Perugia, il suo passaggio per i territori. La firma in rosso, privilegio riservato esclusivamente agli imperatori, posto come sigillo reale impone che la città venga preparata a festa e tutti gli onori  vengano riservati allo spodestato sovrano. Le strade dovranno essere liberate da ingombri e pulite con attenzione, molte saranno chiuse per permettere il transito del corteo imperiale. Dalle finestre dei palazzi, gli stendardi delle più alte corporazioni e delle più nobili famiglie, verranno esposti. Ognuno  con il massimo decoro che più gli si confà, dovrà accogliere festante e onorare con inchino l’Eminenza importantissima al suo passaggio. Perugia incontra l’ultimo imperatore e lo protegge in comunione con l’impegno prestato dall’Accademia nel preservare il sapere e le figure di politici, scienziati, religiosi, filosofi minacciate dal temutissimo e inarrestabile impero turco. ’Accademia salva i grandi Siena 1507 – Pinturicchio, dopo  due anni di  lavoro presso la Libreria Piccolomini, termina il monumentale lavoro di affresco delle pareti e del soffitto. Una particolarità desta l’attenzione dell’ammiratore che si trova innanzi a tanta bellezza: il pittore inserisce tra i personaggi famosi che hanno accompagnato il Papa Pio II al porto di Ancona, l’ultimo discendente dell’imperatore di Bisanzio, scampato alla strage che i turchi, invasori, gli avevano riservato. Dobbiamo ringraziare il Signore di Firenze, Cosimo I de’Medici per aver istituito l’Accademia con lo scopo di  accogliere e portare in salvo tutti quei personaggi, studiosi, uomini politici  e religiosi,  messi in pericolo dai Turchi che hanno invaso, senza pietà, Bisanzio e tutta la sua cultura. Senza la famiglia Medici il discendente dell’imperatore, Tommaso Paleologo non sarebbe sopravvissuto dall’attacco turco. Piace ricordare quanto l’Accademia fosse nel cuore del nostro compianto Signore, che ha fatto abilmente decorare dal Maestro di corte, il pittore Andrea Verrocchio e dai suoi talentuosi allievi, la villa di Careggi, sede proprio degli incontri di eruditissimi geni. https://youtu.be/LHFlVUQTJaw SIAMO TUTTI UN PO’… FILOLOGI!   Oggi è facile trovare un testo. Non solo nei libri, ma soprattutto sullo schermo del computer e del telefono. Vogliamo scoprire dov’era nato Maradona o leggere una poesia di Leopardi? Basta un clic e abbiamo subito tante alternative a nostra disposizione, come sugli scaffali di un supermercato. Però, esattamente come al supermercato, è importante prestare attenzione a cosa mettiamo nel nostro “carrello”. Per esempio, ci troviamo davanti tante merendine, tutte invitanti. Come scegliere? Prestando attenzione all’etichetta, per controllare che il dolce non sia scaduto, e che gli ingredienti siano sani. E questo vale anche per i testi: quando ne leggiamo uno, chiediamoci da dove viene, se il sito (o il libro) che lo riporta è attendibile, se le fonti sono dichiarate. C’è anche una scienza che si dedica ad accertare la genuinità dei testi, si chiama “filologia”. Ecco, quando ci documentiamo, da giornalisti o da semplici cittadini, cerchiamo di essere tutti un po’ “filologi”. Braccini Tommaso Prof. Filologia Classica UniSI In una società in continua evoluzione, dove si richiedono cambiamenti di stili di vita e approcci piùsostenibili, la creatività è essenziale per la nostra capacità di adattarci e risolvere determinateproblematiche. Essere creativi quindi oggi non significa solo “diventare artisti” ma anche essere ingrado di guardarsi intorno per capire come “creare” in modo più rispettoso verso gli altri, verso noistessi e verso l’ambiente che ci circonda. Potremmo dire che l’artista e il creativo in generale, chesia un designer, un grafico o uno stilista, possono decidere di sentire questa responsabilità. In questosenso l’Accademia diventa il luogo ideale per sviluppare una creatività sostenibile, soprattutto quiin Umbria, nel “cuore verde d’Italia” che ha dato i natali a San Francesco, il primo ecologista dellastoria. Per questo, proprio questo anno presso l’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia,è nato un corso di progettazione sostenibile, il primo offerto da una Accademia di Belle Arti inItalia. L’obiettivo è fare dell’Accademia un luogo di sperimentazione e ricerca, dove la sensibilitàartistica si fonde a quella progettuale, dando vita a progetti responsabili e che sappiano dare rispostecreative alle esigenze del contemporaneo. Maddalena Vantaggi cattedra di Design – Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci

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Crisi al mulino: rischio aumento del prezzo della farina e tensioni sociali.

Si è da poco conclusa la violenta “Guerra del sale” e di nuovo il malcontento dilaga tra la popolazione perugina. Una nuova crisi si affaccia all’orizzonte, al mulino del signor Dante il grano scarseggia, ma quale sarà il motivo ? Secondo alcuni tutto è iniziato con la “febbre felina” che ha sterminato quasi tutti i gatti, tra i quali quello del mugnaio. A seguito di ciò sembra esserci stata un’invasione di topi che giustificherebbe l’aumento del prezzo della farina. Il rischio reale è che possano verificarsi speculazioni prendendo come scusa l’assalto dei topi. –La colpa non è mia! – dichiara il signor Dante – quei maledetti topastri si sono introdotti al mulino di notte, quando non potevo controllare ed hanno approfittato del malessere del mio povero gatto. Sono stato costretto ad aumentare il prezzo della farina, perché il grano è poco e la richiesta è tanta…– continua Dante. – Se continuiamo così … moriremo tutti di fame! – interviene il contadino Teobaldo – Come faremo a sfamare i nostri figli? – dice Bernardo il ciabattino. Il timore è quello di una reazione a catena che alimenterebbe le tensioni sociali, una vera e propria emergenza che, ovviamente, finirebbe per travolgere tutta la città e le zone limitrofe. Le autorità competenti svolgeranno un’indagine approfondita per verificare se i topi sono entrati realmente o è stata una truffa escogitata dal mugnaio Dante.

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Congiura familiare per il dominio di Perugia

Ferocia inaudita insanguina le strade cittadine PERUGIA- Nella notte tra il 14 e 15 luglio 1500 è accaduto un fatto scioccante che ha sconvolto tutta la città. Alle prime luci dell’alba, davanti alle residenze dei signori di Perugia, si è consumata la tragedia. Ad avere la peggio sono stati alcuni membri della famiglia Baglioni. IL FATTO- IL 28 Giugno scorso Lavinia Colonna, figlia dei signori di Roma, era arrivata a Perugia per sposare Astorre Baglioni, figlio di Guido, Signore di Perugia. I festeggiamenti di nozze sono proseguiti per più di dieci giorni, fino a che nella notte tra il 14 e 15 luglio i cospiratori hanno agito con ferocia inaudita. L’omicidio è stato organizzato a tavolino da alcuni membri della stessa famiglia, che molto probabilmente per invidia e gelosia, volevano prendere il posto dei signori di Perugia. I cospiratori, approfittando dell’assenza dalla città di Adriano e Giampaolo Baglioni con il suo esercito, guidati dal Bargiglia, all’anagrafe Carlo Baglioni, e segretamente appoggiati da Giulio Cesare da Varano, signore di Camerino e altri, sferrarono l’attacco alle residenze dei Baglioni, proprio dopo i festeggiamenti di nozze. Alcuni testimoni raccontano che gli stessi assassini vi hanno partecipato nascondendo così le loro intenzioni. Si racconta che la sera prima del matrimonio un bruttissimo temporale abbia spaventato gli invitati, qualcuno ha gridato  dopo l’accaduto: – “ Terribile presagio di morte!”- L’AGGUATO-Sembrerebbe che Filippo Baglioni, dopo aver ucciso con le sue stesse mani Astorre, gli abbia strappato il cuore. Alcuni testimoni riportano che i corpi di Astorre e Lavinia siano stati trascinati per le strade della città. Fortunatamente, aiutati da alcuni vicini, Gentile e Rodolfo Baglioni sono riusciti a scappare a cavallo. I cospiratori speravano nell’appoggio dei cittadini ed invece sono stati raggiunti il giorno successivo dall’esercito di Gianpaolo, tornato in città per riprendersi il potere, e sono stati uccisi. I cittadini di Perugia possono tirare un sospiro di sollievo e tornare a dormire sogni tranquilli, i Baglioni hanno avuto giustizia! https://youtu.be/S_nqIONWUpw

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Open day alla bottega di Mastro Pietro Vannucci: la tecnica dello spolvero

Perugia- 1495. Mastro Pietro Vannucci, detto il Perugino, organizza un Open Day e apre la sua bottega agli aspiranti allievi mostrando loro la tecnica che predilige per realizzare i suoi affreschi: la tecnica dello spolvero. Il Maestro spiega che la tecnica, molto diffusa tra i maggiori artisti della nostra epoca, prevede la realizzazione di un disegno a grandezza naturale su un cartone. Terminato il disegno, il Maestro, mostra che per trasferirlo dal cartone alla superficie dove deve essere realizzato l’affresco, bisogna perforare con un chiodo le linee che compongono il disegno e appoggiare il cartone sull’intonaco fresco. Il passaggio successivo è quello di spolverare il cartone con un tampone intriso di finissima polvere di carbone o ocra rossa. In questo modo la polvere, passando attraverso i piccoli fori, lascia la traccia del disegno da seguire per la stesura del pennello. Pietro Vannucci genera un forte clamore tra i giovani talenti quando mostra il suo studio facendo notare i piccoli vasi di vetro contenenti le varie polveri di colore ricavati dallo sminuzzamento di lapislazzuli, cocciniglia e oro puro. Il maestro spiega che questi prodotti sono molto preziosi e costosi , il loro valore è di dieci Fiorini l’oncia, vale a dire che una minuscola presa di quella polvere può costare anche un fiorino intero. Di grande interesse risultano essere anche i pennelli che il pittore custodisce nella sua scuola d’arte; tutti realizzati con pelo di scoiattolo, di puzzola e di seta. L’incontro termina con la visita di un’altra stanza della bottega dove “l’ aiuto” del Perugino mostra come , con il tuorlo d’uovo, è possibile ripassare alcuni colori per dare maggiore luminosità ad una tela appena conclusa. https://www.youtube.com/watch?v=irfDqN00-vo

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Terminati i lavori alla Sala del Nobile Collegio del Cambio di Perugia

Perugia 1500 – Il maestro Pietro Vannucci, dopo più di quattro anni di lavoro, svolto insieme agli allievi della famosa Bottega di Perugia, ha terminato la decorazione della sala del Nobile Collegio del Cambio, con un ciclo di affreschi destinato a lasciare un segno di splendore nel tempo. Chiediamo un commento, sul suo modo di lavorare, direttamente al Divin Pittore “ Da anni ho consolidato la tecnica, da tutti ritenuta rivoluzionaria , di scomporre in “piattaforme girevoli” i cartoni, in modo da permettere di lavorarci a più mani contemporaneamente. Perché ciò sia possibile occorre una precisa applicazione dei cartoni preparati a spolvero. Tutto deve essere organizzato nei minimi particolare, solo il paesaggio viene lasciato fuori”. Una mente sicuramente organizzata, capace di pianificare le giornate lavorative nei minimi dettagli, ha reso il Perugino un pittore di fama diffusa: da Milano e Venezia a Roma e Napoli piovono commissioni di opere importanti al Maestro divenuto exemplum per i più illustri ingegni. L’arte del Cambio, la più potente insieme a quella della Mercanzia, garantisce la corretta commutazione del denaro e pronuncia sentenze in materia, svolgendo la funzione anche di tribunale. La sua sede, magistralmente decorata, viene oggi firmata dal Maestro con il proprio autoritratto, non si può dire che il Perugino “non ci abbia messo la faccia”. https://youtu.be/nSnt5fiZY8chttps://youtu.be/o8AbmoRmCac Che mi passa per la testa?   Pietro Vannucci, detto il Perugino, è uno degli artisti più studiati al mondo. Non poteva essere altrimenti, i suoi colori e la loro liricità, i suoi volti eterei e veri, la sua luce genuina sono stati fattori che hanno segnato in modo indelebile la Storia dell’Arte italiana e mondiale. Non possiamo non parlarne, soprattutto noi umbri. Perugino ha esaltato la nostra, e la sua, terra in ogni singolo quadro: i puri scorci collinari, le prospettive aere sul verde splendente…sono il risultato di un raffinato e profondo legame tra il pittore e la natura che lo ha circondato sin dalla nascita. L’inverno scorso, la cooperativa Sistema Museo con cui lavoro, ha instaurato una collaborazione progettuale con le scuole del territorio al fine di avvicinare i bambini e i ragazzi alla personalità di Perugino e alle sue opere. Il progetto si chiamava “500% Perugino Learning” organizzato in occasione dei cinquecento anni dalla morte dell’artista. Io ho ricevuto l’incarico di operare in alcune classi di Perugia e del Circolo Didattico di Magione. Avevo già avuto modo di relazionarmi con i bambini e i ragazzi all’interno della Galleria Nazionale dell’Umbria cercando di suscitare curiosità e meraviglia accompagnandoli alla scoperta delle opere esposte. Diversa era la dimensione dell’aula scolastica che poneva nuove domande nella mia mente. La risposta ad esse avrebbe reso proficuo e indimenticabile il mio intervento. Superare la porta di quelle stanze non come studentessa ma come “esperta” mi fece battere forte il cuore. Emozionata, fremente di nostalgia, felice… L’impatto per me fu forte: anni prima, c’ero io dietro quei banchi ad ascoltare le insegnati o gli esperti, a stupirmi piacevolmente delle loro parole. Stare dall’altra parte, è veramente difficile: ci vuole passione, energia, grinta e tanto amore per la conoscenza e la sua diffusione. Pensai “ È un’ora tutta per questi bambini…e per me. Devo godermela, farli stupire. Io so cosa si prova stando dietro quei piccoli banchi”. I bambini che incontrai, furono una gioia. Sprigionavano curiosità da tutti i pori, erano affascinati, felici e vogliosi di comprendere appieno quello che stavo dicendo. Provai felicità a rispondere alle loro domande estremamente precise ed intelligenti. Io non ero più “l’esperta”, ma ero semplicemente Sofia: parlavo con loro e con le insegnanti in modo sereno ed appassionato. Quando vedevo le mani alzarsi sentivo il cuore battere forte perché so cosa vuol dire quella mano che punta al soffitto: volontà di andare a fondo, di comprendere maggiormente cosa è stato detto ma anche sentire l’urgenza di esprimere il proprio pensiero. In quelle classi, ho trovato dei bambini meravigliosi e meravigliati. Vederli provare quella curiosità, quella volontà di andare oltre ciò che è stato sempre detto e scritto nei libri di Storia dell’Arte già alla loro età, mi ha dato speranza. Ognuno di loro, ogni bambino in generale, è una luce viva che va coltivata ed incentivata a splendere sempre di più. Quegli alunni, mi hanno piacevolmente illuminato la mente e il cuore. Ho avuto la possibilità di rivivere pienamente quelle emozioni che provavo entrando per quella stessa porta quando avevo la loro età. Uscita dalla scuola, ero leggera, sentivo di aver imparato qualcosa da quei bambini ovvero non smettere di stupirsi. L’esperienza si è conclusa con la visita alla mostra dedicata a Perugino allestita all’interno Galleria Nazionale dell’Umbria. Ero quasi commossa: quelle luci brillavano ancora più forte, vibravano davanti alle varie opere. Percepivano l’impegno e la fatica provata da ogni artista nel cercare la miglior tonalità di colore, la giusta luminosità, la perfetta coralità della composizione. Mi sono divertita ed emozionata con loro. Ogni parola espressa dai bambini e dalle insegnanti ha rafforzato in me la volontà di studiare, di andare sempre a fondo nella storia delle opere e degli artisti. Concludo dicendo un grazie ai bambini e alle insegnanti che ogni giorno, con passione e amore incoraggiano ogni studente a brillare. Continuate ad illuminare il mondo. Sofia Brogioni Addetta Visite Guidate Sistema Museo

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