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Nozze al veleno? Lo strano caso del cassone da viaggio.

In un boschetto nelle vicinanze di Perugia, è stato rinvenuto un piccolo cassone nuziale. Il ritrovamento è stato fatto dal pastore Bartolomeo mentre portava al pascolo il suo gregge. A chi sarà appartenuto il prezioso scrigno? Perché sarà stato abbandonato lì? Come sappiamo, nel cassone nuziale veniva riposta la dote della sposa. Secondo la tradizione, durante il corteo nuziale, erano i servitori a trasportare i cassoni alla nuova casa della sposa dove venivano aperti affinché gli invitati potessero vederne e giudicarne il contenuto. Ovviamente, più la famiglia della sposa era ricca e importante, più i cassoni erano decorati, intagliati, dorati e dipinti. I legni usati erano il ciliegio, il pioppo o il noce. All’interno si utilizzava tessuto o il cuoio per foderarli. Le decorazioni esterne, invece, erano a carattere profano, con soggetti mitologici o storici, scene d’amore … Bartolomeo sostiene che, a colpo d’occhio, la sposa non apparteneva ad una famiglia nobile dato che il cassone ritrovato era di cuoio con semplici decori floreali blu. Questo dettaglio riferito da Bartolomeo fa pensare al simbolo della casata dei De Giangis, mercanti originari della zona di Camerino. In effetti una giovane fanciulla di questa casata, Dama Beatrice, era stata promessa in sposa al figlio di un noto mercante di Monte Sperello. Questo potrebbe risolvere il mistero sull’appartenenza del piccolo bauletto. All’interno vi erano custoditi alcuni gioielli, abiti, stoffe preziose, biancheria per la casa, profumi orientali e numerose ampolle. Bartolomeo racconta che l’oggetto che maggiormente ha stuzzicato la sua curiosità è stata una piccola ampolla contenente il letale veleno della zona noto come “Acquetta Perugina”1 . Molto probabilmente, il cassone era stato abbandonato e nascosto da alcuni briganti che avevano assaltato la carrozza della dama perché si sentivano braccati. Il pastore ha consegnato la refurtiva alle autorità che indagheranno sulla vicenda. Le domande a cui dovranno rispondere gli organi competenti, in seguito al misterioso ritrovamento sono: che fine ha fatto Dama Beatrice? Perché non ha denunciato lei stessa il furto del prezioso scrigno? Ma soprattutto, cosa ci faceva una giovane Dama, in procinto di maritarsi, del letale veleno? I lettori dovranno attendere il termine delle indagini per avere risposte a questi molteplici e interessanti interrogativi. 1 Acquetta perugina, veleno inodore, insapore, incolore ed atrocemente letale. Alcuni ipotizzano fosse un cocktail di acqua, arsenico, piombo, antimonio e spremitura di bacche di belladonna.

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Il tesoro… in un soffitto

I Monuments Children suggeriscono: MeravigliArteVi! Sorprendente scoperta alla sala consiliare del Municipio di Magione. Tutti i bambini delle scuole dell’infanzia del nostro Comune, guidati da AGENTI SPECIALI, quelli del Sistema Museo, sono andati alla ricerca dei tesori del territorio, attraverso l’osservazione e l’analisi dell’affresco magistralmente dipinto da Gerardo Dottori sul soffitto della celebre sala. Come dei veri e propri  esploratori, divisi in piccoli gruppi, hanno avuto un unico scopo:  proteggere le opere d’arte da uno dei pericoli più frequenti che possano accadere : venire dimenticate!! Sono stati avvistati campanili, torri, alberi, animali, ma anche il lago, le colline e i prodotti legati alle diverse frazioni, descritti con simboli e colori diversi. Fondamentale è stato ritrovare i paesaggi da loro conosciuti nell’affresco. Ma il tesoro più grande è la meraviglia, lo stupore che si legge nei volti dei piccoli, nei loro occhi spalancati, che invitano tutti noi a lasciarci sorprendere. Articolo realizzato dalla Redazione del plesso classi quinte di Magione https://youtu.be/0pUM4LZ5FnY

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Il guardaroba di una nobildonna

Ottobre 1500: la prima settimana della moda! Presentiamo le novità e i must-have di questa stagione! Il più importante elemento dell’abbigliamento femminile è la GAMURRA che presenta la vita alta, le maniche basse con larghi squarci dai quali escono gli sbuffi della camicia e sono spesso di una stoffa diversa, intercambiabili.   Ottobre 1510: la moda cambia… La vita si abbassa, si inseriscono le spalline imbottite e i colori diventano più scuri.  La parte inferiore degli abiti femminili è tesa e resa voluminosa dalla FALDIGLIA (VERDUGALE) che stretta alla cintura, si gonfia a campana a mano a mano che scende ai piedi. La struttura è composta da imbottiture poste sull’orlo del vestito oppure da cerchi rigidi di legno o di ferro che danno la caratteristica delle gonne a forma di campana. GRANDE SCANDALO IN ITALIA: le donne con la faldiglia iniziano ad usare i calzoni alla galeotta! Sulla veste si indossa la sopravveste, ampia e ricca di ornamento, le maniche sono del tutto aperte e lasciano uscire le maniche della veste di sotto. Sulla sottana si può indossare anche il ROBONE, indumento lungo fino a quasi terra aperto davanti con maniche ampie e foderate di pelliccia o stoffa. Simile al robone ma più leggera è la ZIMARRA. Le camicie sono bianche e leggere, arricchite da ricami. 1533: NOVITÀ NEL MONDO DELLA MODA! Caterina de’ Medici indossa i tacchi alti in occasione delle sue nozze con il duca di Orléans; i tacchi riscuotono un enorme successo e sono considerati un privilegio   dell’abbigliamento femminile. Altre grandi novità del secolo per l’eleganza delle ricche signore sono: le calze a maglia elastiche, eseguite a mano quindi molto costose e lo zibellino da mano che viene poggiato su una spalla o portato al collo. I guanti italiani raffinati e profumati stanno diventando un cult all’estero; un ventaglio in mano rende très chic! Cosa sarebbe un vestito senza gioielli? Orecchini, medaglie d’oro, collane e bracciali di perle sono essenziali! E non dimentichiamoci di usare… Profumo in grande abbondanza!   https://youtu.be/ZPsll_pQe8I

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